1 kg = 8 euro
Pur chiamandosi sapote bianco, il frutto della Casimiroa edulis, non è il prodotto di una sapotacea, in quanto la pianta appartiene alle rutaceae.
Chiamato localmente “frutto della narcosi” o caismiroa, pare essere nativo della Costa Rica e della parte centroamericana che dà sull’Atlantico.
La pianta è un sempreverde maestoso, che non di rado supera i 50 metri. Produce una drupa di dimensioni medie, simile ad una mela verde che diventa gialla a maturazione.
La buccia non è commestibile e la polpa, dolce, può ricordare la banana rossa con sentori di vaniglia. La sua consistenza a piena maturazione ricorda quella dell’avocado e il suo colore è bianco o giallo crema. I semi hanno proprietà narcotiche, il che aiuta a capire il nome dato dai locali cochitzapotl, che in nahuatl sta per frutto (tzapotl) della narcosi (cochi).
Proprietà del sapote bianco
Cominciamo col dire che sfortunatamente in Italia è introvabile e dobbiamo recarci in loco per gustarlo. Una vacanza in Messico sarebbe l’occasione ideale per sperimentarne il gusto.
Ma non solo: il sapote bianco è ben noto per specifiche proprietà benefice dati da composti farmacologicamente attivi presenti nei semi e nella polpa.
Numerosi flavonoidi, zapotina, istamina ed altri composti che agiscono come neutrotrasmettitori hanno dimostrato una grande efficacia come antiossidanti, con interessanti effetti preventivi in special modo mirati al cancro al colon e al pancreas.
D’altro canto un eccessivo consumo induce sonnolenza, da qui il nome locale “frutto della narcosi o del sonno”.
Facilissimo da gustare, è sufficiente tagliarlo a metà e mangiarlo a cucchiaiate. Oggigiorno in Messico, nei Caraibi e in Florida è possibile trovare gelati al sapote bianco e frullati di sapote bianco e yogurt, ideale per chi ama andare a correre.
Altri benefici generici per i quali il sapote bianco è noto sono: mantiene in salute la pelle, rinforza le ossa, riduce i problemi legati all’anemia, previene tosse, disturbi agli occhi, diarrea, carie.
Coltivazione del sapote bianco
Fuori dall’area centroamericana, il sapote bianco è coltivato regolarmente solo nell’Australia sudorientale.
Come detto è un albero maestoso che cresce rapidamente e, come la pianta di avocado, non ha forma regolare, spesso definita dai venti, anche se non gradisce correnti troppo calde che ne feriscono le foglie e fanno cadere i frutti prematuramente. La pianta ha bisogno di terreni ben drenati con un ph tra il 5 e il 7. Sopporta la siccità, ma la qualità dei frutti migliora in caso di irrigazione regolare e accurata.
I piccoli fiori bianchi e inodori attirano gli insetti, specie le api da miele, e i frutti a piena maturazione hanno il colore delle susine mirabelle o delle pesche merendella, tra il verde e il giallo.
Una sorpresa è il fatto che, apparentemente, non è impossibile coltivarlo sulle coste mediterranee: infatti i frati francescani riuscirono a riprodurre sporadicamente la coltivazione in zone calde del mediterraneo come il Marocco, la Spagna, la Turchia, e si può oggi trovare anche in Israele.
Una delle apparenti regioni per le quali questo bell’albero dai frutti preziosi e deliziosi non è coltivato da noi è probabilmente la difficoltà di raccogliere i frutti da una pianta tanto alta, che richiede attrezzature specifiche e personale specializzato in questo tipo di raccolta che comporta rischi.